Musica
«Dubai Goodbye», il singolo di Pusma è uno sguardo disilluso sulla realtà oltre le apparenze
«Ad un tratto mi ritrovo catapultato in una realtà che non era quella che si vede nelle cartoline, sono solo in una stanza e in quel quartiere di Dubai c’è solo povertà»
«Dubai, un sogno per alcuni, all’inizio per me solo un incubo». Così Pusma, vero nome Marco, che ha creato questo acronimo nato dalle iniziali dei membri della sua famiglia eccetto lui, risultato dei loro caratteri e modi di essere, descrive il singolo Dubai Goodbye, da lui cantato, prodotto da Wara Twist e mixato e masterizzato da Saf. «Ad un tratto mi ritrovo catapultato in una realtà che non era quella che si vede nelle cartoline, sono solo in una stanza e in quel quartiere di Dubai c’è solo povertà. Ma la megalopoli mi trascina via e inizio a vivere un’esperienza incredibile in un emirato dal fascino occidentale. Dopo sette mesi tutto è finito, torno in Italia ma resta quel drop arabeggiante che ti trascina e poi rimane addosso come sabbia nel deserto».
Una hit in stile tropical house, pochi suoni nelle strofe, mentre cembali e percussioni prendono per mano il pre ritornello e lo portano ad un ritornello cantato. «Ho sempre pensato che sarebbe arrivato il momento nel quale avrei iniziato a cantare dei miei brani, oggi è l’inizio, la fine non la conosco».