L'intervista
Gigi D'Alessio e i suoi «Fra»: «Cantare con i giovani mi emoziona. La lingua napoletana oggi libera da pregiudizi»
Il cantautore da poco diventato papà per la sesta volta sarà in concerto a Potenza il 16 luglio e a Peschici (Fg) il 20 agosto nel cartellone dell'Oversound Music Festival
L'ultimo album di inediti si chiama «Fra», parola comune nello slang giovanile, così come tanti sono i giovani che ospita nel disco, Geolier, Ernia, il figlio Lda: parliamo di Gigi D'Alessio, che festeggia gli oltre trent'anni di carriera negli stessi giorni della nascita della sesta figlia, Ginevra, con un nuovo giro di concerti in tutta Italia. Il 16 luglio farà tappa all'Arena Stadio Viviani di Potenza, il 20 agosto all'Arenile del Porto di Peschici (Fg): entrambi gli appuntamenti rientrano nel cartellone dell'Oversound Music Festival 2024. Il cantautore sarà poi anche con una doppia data al Fossato del Castello di Barletta, il 17 e 19 luglio, e il 20 al Forum Eventi di San Pancrazio Salentino (Br). Sul palco insieme a lui Alfredo Golino (batteria), Roberto D’Aquino (basso), Pippo Seno (chitarre), Ciro Manna (chitarre), Checco D’Alessio (tastiere), Lorenzo Maffia (pianoforte e tastiere) e Max D’Ambra (tastiere e programmazione).
Dove trova l'energia per non fermarsi mai?
«Il mio integratore, la mia benzina, è il pubblico: non c’è cosa più bella di far emozionare ed emozionarsi. È vero, io regalo qualcosa, ma è impossibile esprimere a parole ciò che ricevo ogni giorno dalla gente. Voglio dare ancora tanto, la musica è il sale della mia vita, un lavoro creativo e bello che mi permette di conoscere persone, visitare posti magnifici, trasmettere messaggi, raccontarmi e provare ogni volta sentimenti sempre più forti e travolgenti. Perché dovrei fermarmi?»
La sua attenzione per i giovani è esemplare. Oggi in Italia chi vuole emergere nella musica ha più speranze rispetto a qualche anno fa?
«Tutte le volte che ho proposto una collaborazione, chiunque ha sempre risposto rapidamente accettando con entusiasmo e proponendo nuove idee. Nel caso di Lda, è stato lui a prendere una vecchia canzone e riadattarla ai nostri giorni con un confronto generazionale. Oggi la proprietà di linguaggio è molto più sviluppata, ma il consumo è più rapido, e questi artisti hanno più paura di noi, si rischia che la musica diventi una gara continua, che può portare alla depressione e far diventare tutto questo una malattia».
Sinergie, collaborazioni, anche per l'evento «Gigi Uno Come Te» ha ospitato tanti colleghi: quanto è sincera l'amicizia tra voi artisti?
«L'amicizia è un grandissimo sentimento, una forma d’amore che dipende da come e cosa hai seminato nella vita. Questo è ciò che dobbiamo insegnare ai nostri figli. I miei show a Piazza del Plebiscito, feste con e per il pubblico, o le collaborazioni per il disco, non sono calcoli con i numeri alla mano. Nascono vicino a un pianoforte, dalla voglia naturale di fare musica insieme, di divertirsi facendo ciò che si ama, emozionarsi e creare anche qualcosa di nuovo».
È un momento d'oro per la musica in lingua napoletana: secondo lei qual è il punto di forza, oltre alla lunghissima tradizione?
«Napoli e la sua lingua si sono finalmente liberate da tutti i pregiudizi che le tenevano incatenate. Hanno un’energia dentro che è la forza di tutti e sono fiero di questo traguardo. A distanza di 24 anni, quando a Sanremo con una canzone che aveva una sola frase in napoletano ho rischiato venisse censurata, non solo tutta l'Italia riconosce la lingua - e non il dialetto - napoletana, ma la capisce e soprattutto la canta. Anche perché ha una sonorità che ben si sposa con il sound moderno, risulta gradevole e con una frase racchiude il mondo».
Il suo pubblico in trent'anni come è cambiato? I più giovani ripescano i grandi successi della sua carriera?
«Sono fortunato perché il mio pubblico me lo sono cresciuto. Vedo ancora oggi persone che hanno cantato per la prima volta con me 25 anni fa che condividono quest’esperienza con i figli o nipoti, e per me è una grande vittoria».
Qual è la cosa di cui è più orgoglioso?
«In oltre 30 anni di carriera ho vissuto tante cose: ho imparato da tutti i grandi artisti della musica italiana pur non avendoli mai conosciuti, ho cantato e suonato con amici, con mio figlio, ho portato in giro per il mondo la mia terra, la mia lingua, ho avuto accanto a me un pubblico che mi ha mostrato affetto e partecipazione, mi ha restituito più di quello che sono riuscito a dare. Scegliere solo una cosa è impossibile».
Ma visto che è estate, alla fine riuscirà ad andare un po' in vacanza?
«Non ci penso. Ho tanti progetti in testa, e quando si parla di musica non riesco proprio a tirarmi indietro: il tour estivo, i palazzetti, la tournée fuori dall’Italia, un nuovo progetto musicale. Ora penso solo a questo, alla voglia di divertirmi, fare festa e abbracciare il pubblico da Nord a Sud del nostro bel Paese, godermi l’affetto e le emozioni».