Talenti lucani
«Tra un bacio e un metro», i tormenti del Covid tradotti in musica della giovane Lasciami Cantare
Si chiama Paola Vuolo, ha appena 18 anni ed è di Sant'Angelo Le Fratte
Ha tradotto in musica il tormento di questo lungo periodo. E nonostante la giovane età (18 anni) mostra una maturità artistica forgiata, evidentemente, da un «apprendistato» nel chiuso della sua cameretta, ascoltando tanta musica e analizzando i testi. Lei si chiama Paola Vuolo, in arte «Lasciami Cantare». È una cantautrice in rampa di lancio, «scovata» nello splendido paesino di Sant’Angelo Le Fratte. È da poco uscito il suo primo singolo dal titolo «Tra un bacio e un metro», un chiaro riferimento alle restrizioni anti-Covid e alla voglia di tornare a vivere: «Ho scritto questa canzone - racconta Paola - durante la pandemia perché mi sentivo vuota e sola di fronte ad un piccolo mostro invisibile che ha stravolto completamente la vita di ognuno di noi».
Bob Dylan dice che le canzoni nascono soprattutto dalla paura e dall’angoscia. È stato così anche per te?
«Sì, non poteva essere altrimenti. Da un anno siamo costretti ad indossare una maschera comune che nasconde le nostre emozioni, siamo costretti a non baciare o abbracciare le persone a noi più care perché questo maledetto metro ancora oggi ci divide. Tutti ci sentiamo in "equilibrio tra un bacio e un metro" e tutti abbiamo dei rimorsi di quando tutto era così scontato eppure ad oggi anche mangiare una semplice pizza seduta in un ristorante mi emoziona».
Come componi la tua musica? Suoni uno strumento?
«Strimpello la chitarra da autodidatta. La melodia e il testo sono venuti fuori dal mio profondo senza quasi che me ne accorgessi».
Che tipo di musica ascolti? Chi sono i tuoi riferimenti?
«Spazio molto sui generi. Ascolto Vasco Rossi, i Queen, Laura Pausini, Lucio Battisti, ma il mio modello come cantante è Amy Winehouse».
Ascoltando il tuo brano non si direbbe. C’è più Pausini...
«È vero. Ma è davvero lei la cantante che apprezzo di più. Chissà, un giorno mi verrà in testa una canzone che si avvicina al suo mondo».
Perché il nome d’arte «Lasciami cantare»?
«Quando ho cominciato a cantare c’era sempre chi mi diceva che non era per me. Che ero stonata. A prescindere da tutto, la mia passione è il canto e voglio cantare».
Quando hai cominciato?
«In famiglia la musica è sempre stata importante. Mia nonna e mia zia cantavano in un coro. Ma tutto è nato per gioco: prima della festa patronale in paese si organizzava un karaoke e da lì ho iniziato. Successivamente ho partecipato a una trasmissione radiofonica e ho deciso di prendere lezioni di canto. Sono iscritta all’Accademia musicale lucana di Potenza».
La pubblicazione del singolo su tutte le piattaforme è un primo passo. Quale sarà il prossimo? Ritieni utile partecipare a un talent show?
«Sì, i talent sono importanti. Quando finirò gli studi mi piacerebbe provare ad entrare nella scuola di Amici».
Perché proprio il programma di Maria De Filippi?
«È uno dei talent più completi. Al di là della gara, è una scuola con professori che ti seguono e ti aiutano a migliorare sotto tutti i punti di vista. E poi ti metti in gioco con altri ragazzi che hanno la tua stessa passione».