Musica
«The Journey»: nel terzo disco di Helfir il viaggio in solitaria dell'esistenza umana
È uscito il 6 novembre 2020 The Journey, terzo disco di Helfir, progetto solista di Luca Mazzotta, per l'etichetta My Kingdom Music. Un album che vuole cercare di dipingere con tratti quasi surreali il viaggio che ognuno di noi compie durante la propria esistenza. Una riflessione sulla meccanicità della vita riassunta in tre capitoli: ogni capitolo racconta le emozioni, i ricordi che custodiamo, gli amori che nascono e le sofferenze, che con difficoltà riusciamo a seppellire: «Tutto inizia con un carico di speranze, finché non ci troviamo a fare i conti con il lato oscuro dell’esistenza, gli abissi della vita - racconta Mazzotta - Il disco infatti si apre con un capitolo chiamato "Disteso su un prato azzurro" che è un'immagine che mi ha sempre fatto sognare, perché come in un dipinto surrealista mi dà quella sensazione di innocenza e spensieratezza, tipica dei bambini e degli adolescenti. Quando cresciamo, invece, iniziamo ad incontrare le prime difficoltà, siamo costretti a liberare le nostre tasche piene di segreti, ossessioni, e l'atmosfera si fa più cupa e pesante. La fine di questo viaggio sarà quando ci ritroveremo sull'ultimo sentiero che percorreremo in solitudine. Non vedremo più la luce, ma ci sarà solo silenzio. Questo sentiero condurrà l'uomo nell'abisso della vita».
Il progetto Helfir nasce come esigenza di Mazzotta di scrivere musiche e testi e divertirsi a suonare tutto. È una valvola di sfogo, un processo catartico ma al tempo stesso un divertimento nella sperimentazione, nell’invenzione, sempre con i
propri tempi e con le proprie esigenze, senza dover dare conto a nessuno. Il non voler avere altri compagni di avventura nasce dalla pura esigenza di intraprendere un viaggio in solitaria, introspettivo: «Costretto a restare a casa giornate intere, mi sono ritrovato a fare qualunque tipo di ripresa nel mio studio personale senza poter avere l’aiuto di un tecnico del suono o di qualcuno più esperto di me. Quindi la scelta dei microfoni ed il loro posizionamento, la selezione di amplificatori ed effetti, tutto è stato completamente guidato da me, con uno sforzo incredibile. È stata comunque una bella esperienza perché era diventata una sfida tra me e tutta la fase di ripresa. In questo periodo buio dell’arte è sempre buono trovare uno spiraglio di luce che ci
dia una speranza per un futuro migliore».