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Ugo Sbisà
04 Dicembre 2020
In un momento nel quale l’intera liturgia – sacra e profana – delle festività viene rivoluzionata dai DPCM, una cosa è certa ed è che nessuno potrà almeno sottrarci il piacere di accompagnare il Natale con le musiche che da sempre gli appartengono. Ed ecco, allora, che a venirci in soccorso è il barese Vito Di Modugno che con perfetto tempismo – oltre che coraggio – licenzia proprio in questi giorni l’album Christmas Songs for You, nel quale rilegge jazzisticamente una serie di note melodie natalizie, privilegiando essenzialmente quel filone d’Oltreoceano che negli States si usa definire dei «Classics Up to Date», ovvero dei brani che non temono l’usura del tempo.
E lo fa per una volta prediligendo più il pianoforte, rispetto a quell’organo Hammond del quale la stampa internazionale lo considera ormai da anni un boss indiscusso. Dieci brani (con uno ripetuto due volte) formano la scaletta di questo disco che sa farsi apprezzare per la sua indiscussa eleganza formale e per un blasone jazzistico grazie al quale nessun titolo ricade mai nell’ovvio. Apertura e chiusura sono affidate all’unico tema originale di tutta l’incisione che Di Modugno firma con il padre Pino e con Federica Lorusso; si tratta di Christmas Star, il cui tema, affidato alla bella voce di Rosanna D’Ecclesis, e le cui armonie, dal piglio squisitamente americano, profumano molto di Anni ’50. Il primo salto dall’altra parte dell’Oceano è affidato alla celebre Christmas Song di Mel Tormé, la cui versione per piano trio – con i solidi Antonio Grimaldi al basso e Nico Grimaldi alla batteria – è impreziosita dai «velluti» pianistici di Di Modugno. Il tradizionale W il Natale viene proposto in un’indovinata versione «jazz waltz», mentre il celebre White Christmas di Irving Berlin si libra grazie alla interpretazione delicata della d’Ecclesis, prima di tramutarsi in un elegante jazz funk che, anche grazie alle sonorità del pianoforte Fender, potrebbe ricordare certe incisioni di Eumir Deodato per la CTI. Più che originale è poi Notte di Natale di Claudio Baglioni, per il quale Di Modugno sceglie una versione esclusivamente strumentale che grazie al banjo di Renzo Bagorda, al clarinetto di Pino Pichierri e ancor più alle grintose sonorità growl della tromba di Mino Lacirignola si «trasfigura» in una versione straight jazz in perfetto stile New Orleans. Mercedes Benz di Janis Joplin è probabilmente l’unico pezzo non immediatamente riconducibile alla tradizione natalizia e tuttavia, anche grazie alle sonorità dell’Hammond, si arricchisce di un sapore gospel tipicamente «churchy» che lo rende particolarmente trascinante. La tradizione natalizia statunitense torna alla ribalta con Christmas Love Song, in un piano trio di stampo evansiano e poi con Santa Claus Is Coming to Town, riletta in una versione swingosa e scoppiettante che non manca di fonderne intelligentemente il tema con quello del non meno noto Blue Monk. Infine, la classicissima Ave Maria di Bach-Gounod viene affrontata da Di Modugno al pianoforte solo con una lunga improvvisazione à la Jarrett, prima che il celebre tema emerga in tutto il suo lirico trasporto. Tocca quindi alla ripresa dell’iniziale Christmas Star, stavolta arricchito da fragranze dixieland, chiudere il cerchio di questo viaggio nel repertorio musicale natalizio. Che mai come quest’anno scandisce il tempo dello spirito e della speranza.
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