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«Street Food», il nuovo percorso di Cortese tra cibo, amore e buona musica

Bianca Chiriatti

Uscito il primo singolo del nuovo cammino artistico di Michele Cortese

Cibo, amore e musica: sono gli ingredienti di «Street Food», primo singolo del nuovo percorso artistico del salentino Michele Cortese, che in questo 2020 torna con un progetto 2.0, usando solo il cognome, Cortese, e raccontando le passioni e le inquietudini della quotidianità davanti ai «paninari» di una Lecce notturna.

Una nuova versione di sé, ma senza rinnegare il passato, dalla vittoria a XFactor nel 2008 con gli Aram Quartet, ai tre dischi da solista, passando per il trionfo, nel 2015, al Festival internazionale della canzone di Viña del Mar, in Cile. «È il mio linguaggio a essere cambiato – racconta Michele – durante il lockdown ho ascoltato tanta nuova musica italiana che il mio retaggio cantautorale mi portava un po’ a tralasciare. Invece mi sono immerso nella scena indie, ho scoperto che racconta storie reali, e mi ci sono trovato molto vicino. In questo nuovo percorso racconto la mia visione della vita quotidiana, gente che si ama, che si lascia, che mangia, che fa l’amore, tutta semplice realtà, e lo faccio da osservatore discreto, meticoloso, ma anche… Cortese!»

Colapesce e Dimartino, ma anche Brunori Sas nelle ispirazioni di Michele: «È stimolante perché sono quasi tutti miei coetanei, over 30, ma con semplicità di immagini raccontano vita vissuta, personale e artistica, lo si sente nel sound e negli arrangiamenti. Una volta un produttore mi disse: ‘Canta come parli’. Al tempo storsi il naso, oggi so che aveva ragione».

Dalla passione per lo strumento ‘voce’ allo street food (confessa di prediligere quelli che offrono l’hamburger di scottona): «Dopo aver dato lezioni di canto o dopo un concerto importante, vado spesso a mangiare un panino al ‘camioncino’ – racconta – è un luogo importante, di riferimento, nel brano cito anche alcuni esempi reali di ‘paninari’ leccesi. È un posto di aggregazione spontaneo, ci ho vissuto emozioni, prime fasi di innamoramento, e nel brano inserisco le avventure di vari personaggi, due adolescenti al primo appuntamento, le donne divorziate che tornano da una festa, una coppia in crisi… Pura realtà, mi sembrava un bel biglietto da visita per questo progetto».

E a proposito di progetti, Michele è abbastanza ottimista sul futuro della musica e della sua professione: «Sono abituato a non guardare mai troppo in là, vivo le mie giornate programmando a breve termine. A gennaio arriverà un nuovo singolo, il disco sarà pronto per l’estate, mancherà al momento un po’ di attività dal vivo, ma voglio pensare a una cosa per volta. Quando questo periodo difficile finirà, penso sarà fisiologico un ritorno alla vita normale anche per la cultura, che fa da collante sociale, nonostante spesso il Governo lo dimentichi: torneranno abbracci, calca, concerti, assembramenti, magari vivremo la musica in maniera più urgente, con più entusiasmo. E se mi dovesse andare male, posso sempre reinventarmi girando il mondo per testare i camioncini di street-food. Ormai sono un professionista!»

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