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Altamura, Anteros Marra canta la «diversità» di Willie

Nicola Morisco

Esce il singolo anni '80 del cantautore ventenne

Un tuffo negli Anni ‘80 con Anteros. S’intitola Willie il brano d’esordio del 20enne cantautore di Altamura che, tra synth ed energici riff di chitarra tipicamente ‘80, parla di diversità e del desiderio di essere accettati, affrontando così un tema caldo, vicino ai giovani e alla società odierna.
Willie (Phony Art Records - Believe Digital e realizzato presso i Sorriso studios di Bari), è il brano che anticipa la pubblicazione del primo EP dell’artista pugliese, corredato da un videoclip diretto artisticamente dallo stesso Anteros Marra, anch’esso disponibile su tutte le principali piattaforme streaming. Ognuno di noi è «Uno, nessuno e centomila» e, proprio come Willie, il cyborg protagonista del video del brano (interpretato e diretto creativamente dallo stesso Anteros, per la regia di Giuseppe Potenza), è composto di tanti pezzi diversi, da tante esperienze che lo definiscono e lo rendono unico al mondo.
«Ho scritto Willie – commenta Anteres -, riflettendo su questo argomento e ho così creato questo personaggio cibernetico che ha, però, testa e cuore umani. Lui lotta continuamente per cercare di dimostrare agli altri che non è così diverso da loro. Eppure la sua disperata ricerca dell’accettazione si trasforma, poi, in assoluta consapevolezza di essere diverso e, quindi, unico».

Nato ad Altamura il 25 aprile 2000, Anteros inizia a suonare all’età di 8 anni, quando riceve in regalo da suo padre la sua prima chitarra. Da questo momento in poi tra lezioni private e sperimentazione, Anteros impara a suonare i più svariati strumenti musicali finché, a 15 anni fonda la sua prima band rock progressive con la quale produce anche un disco. «Il rock progressive l’ho conosciuto all’età di 12 anni grazie al mio ex maestro di chitarra, ma non avevo le competenze tecniche per comprenderlo davvero – ricorda Anteros -. Con l’ascolto dei primi brani dei Dream Theater e dei Porcupine Tree, i gruppi prog che più amo, ho iniziato, a 15 anni, ad approcciarmi seriamente a questo genere facendomi, letteralmente, i calli alle dita».
Due anni dopo con l’abbandono del prog, Anteros inizia la carriera solista scrivendo e componendo brani ormai lontani dal rock classico, guardando, invece, ai generi più contemporanei.«Decisi di mettere da parte il prog perché ormai non mi emozionava più niente di quello che sentivo – precisa -. Tutti quei tecnicismi e quei tempi dispari non mi affascinavano più. Avevo bisogno di suonare qualcosa di più sentito, di meno costruito e più libero dagli schemi. Willie l’ho scritto circa due anni fa ed è stato il mio primo pezzo di stacco da ciò che facevo prima. In questo pezzo ho ripreso le “vibes” Anni ‘80 cercando di riadattarle al sound attuale».
Negli ultimi tre anni Anteros ha lavorato alla produzione del suo Ep d’esordio e, parallelamente, ha avviato gli studi di regia cinematografica a Milano. «Vorrei riuscire a realizzarmi in entrambi i mondi – conclude-, la musica e il cinema sono due passioni universali per me e so che possono aiutarmi, più di qualsiasi altra arte, a raccontare chi sono».

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