«Tribù urbana», nuovo disco per Ermal Meta: «Nasce per essere cantato a squarciagola sotto il palco»
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Bianca Chiriatti
10 Agosto 2020
«Mi piace l'idea di portare sul palco delle "good vibrations", "vibrazioni buone", con la mia musica. È ciò di cui abbiamo bisogno tutti, artisti e pubblico, dopo il periodo che abbiamo vissuto». A parlare è Fatoumata Diawara, chitarrista e compositrice, vera icona dell'Africa, che domani sera 11 agosto sarà sul palco del Locus Festival, a Masseria Ferragnano (Locorotondo - Ba), ospite speciale del live di Michael League e Bill Laurance (Snarky Puppy). Sul palco anche Kekko Fornarelli e l'Orchestra della Magna Grecia diretta da Gianna Fratta. Maliana d'origine, Fatoumata Diawara vive da anni in Francia, dove ha anche trascorso il lockdown: «Stiamo riprendendo pian piano a suonare - ci ha raccontato - anche se non è semplice. È bello però poter portare ancora una volta la musica in giro, in Puglia ci sono stata tanti anni fa, e non vedo l'ora di ritornare, di ricominciare per noi e per chi ci ascolta. È questo il messaggio che voglio trasmettere, è un po' il nostro compito da artisti: che il pubblico vada via felice, si senta bene».
Un ruolo fondamentale, per Fatoumata, quello della musica: «È tutto. Ci tiene uniti, ha connesso il mondo anche in piena pandemia, io stessa grazie alla rete ho stretto collaborazioni e realizzato cose che mai pensavo di poter fare. E poi aiuta a diffondere messaggi positivi: tutto il nostro pianeta sta soffrendo, è tempo di combattere contro la diversità, riempire la nostra anima di cose buone, come il perdono. Tanta gente non ha mai tempo di fermarsi a riflettere su ciò che vive, semplicemente sopravvive».
Definita come la «nuova portavoce femminile della giovane Africa», ma aperta a un linguaggio universale, Fatoumata non dimentica le sue radici, e anche grazie all'energia dell'ultimo album, FENFO (tradotto come 'Qualcosa da dire'), prodotto da lei stessa insieme a Matthieu Chedid - in arte M), cerca di diffondere la sua musica come nutrimento dello spirito, per riconnettere l'ascoltatore con chi è ai confini del mondo: «Le persone più felici che abbia mai incontrato in vita mia sono quelle che vivono nei paesi più poveri - continua - dal Sudamerica all'Africa, è gente che non ha un soldo ma sorride sempre. È bello esprimerlo nella musica». E quando le chiediamo come cambierà il panorama artistico dopo il 2020, risponde che - in un modo o nell'altro - non saremo più gli stessi: «È tutto nuovo, ma quello che abbiamo trovato di buono durante questo periodo dovremmo mantenerlo. Scegliere bene le battaglie per cui combattere, per il pianeta, per le minoranze. Assumerci delle responsabilità». Tematiche che, senza dubbio, troveremo nei suoi nuovi progetti, ai quali sta lavorando: «Subito dopo l'estate tornerò in studio - rivela - ho molte collaborazioni in ballo, sono emozionatissima. Arriveranno tante cose belle».
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