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Michele Massa, Bologna
24 Settembre 2016
Che strani certi cartelli! Mi sono sempre chiesto quale sia la differenza tra un "assolutamente vietato" e un "rigorosamente vietato". Come anche tra un "severamente vietato" e un semplice, mite, "vietato". Forse, quest'ultimo, senza rafforzativi diventa un "quasi vietato"? Un nonsense che tanto ricorda il film di De Luise "Quasi incinta". E allora, perché non riconoscere il giusto valore delle parole? Per quale motivo continuare ad accompagnare con inutili avverbi il termine "vietato", di per sé esauriente e inderogabile?
Michele Massa, Bologna
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