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LETTERE ALLA GAZZETTA
Michele Massa, Bologna
08 Aprile 2016
Qualche giorno fa sono andato a far visita a una signora novantaquattrenne. Una donna non solo saggia come può esserlo una persona della sua età, ma anche molto informata. E’ stata anche l’occasione per commentare i tristi avvenimenti di questo periodo, dalle guerre alle ondate migratorie.Drammatici eventi che aveva vissuto in prima persona durante l’ultimo conflitto mondiale, anche in veste di crocerossina. Incuriosito dai suoi racconti, le ho chiesto quali cambiamenti nel pensiero e nel cuore di una giovane donna, avesse provocato un evento tragico come la guerra, e quale sia stato il suo primo desiderio quando tutto era finito.
La sua risposta è stata pronta: «Voglia di amore e di casa, soprattutto. E poi di silenzi, di zuppe calde, di sonni tranquilli; voglia di non sentire più i passi pesanti e la sopraffazione dello straniero». La sua felicità si sarebbe materializzata in quelle cose alle quali oggi siamo abituati e che diamo per scontate: in certi momenti della vita anche una zuppa calda può essere tutto! Dovremmo ricordarcelo sempre, soprattutto quando affrontiamo con rabbia anche il piccolo disagio di un cellulare scarico o di un parcheggio non trovato.
Michele Massa, Bologna
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