Arte e svago
Al Castello V di Lecce la mostra «Il tempo sospeso» di Laboile
L'esposizione, mira a far conoscere agli amanti della fotografia d'autore, e non solo, uno dei più apprezzati fotografi contemporanei attraverso una selezione di 48 fotografie. Tutte in bianco e nero, ad eccezione di tre a colori
LECCE - Si è tenuta questa mattina al Castello Carlo V la presentazione della mostra Il tempo sospeso del fotografo francese Alain Laboile, visitabile da oggi 16 luglio sino al 4 novembre 2024 nel Bastione Santa Croce. La mostra inaugura il Bastione di Santa Croce recentemente ristrutturato e lo proietta nel panorama internazionale esponendo uno dei più apprezzati artisti contemporanei.
Un allestimento, curato da Peter Laboile, ritenuto dai presenti molto emozionante, coinvolgente ed immersivo che lo stesso artista Alain Laboile ha molto apprezzato . "A differenza delle altre precedenti esposizioni, nelle diverse parti del mondo, in questa lo spettatore è protagonista, attraversa le foto -alcune stampate su delle vele- e i ricordi che sono si del fotografo, ma potrebbero essere del visitatore".
Tra gli intervenuti anche la soprintendente per l' archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce Francesca Riccio.
Organizzata dalla Direzione regionale Musei nazionali di Puglia e dal Movimento Culturale Spiragli l’esposizione, mira a far conoscere agli amanti della fotografia d'autore, e non solo, uno dei più apprezzati fotografi contemporanei attraverso una selezione di 48 fotografie. Tutte in bianco e nero, ad eccezione di tre a colori e un’ampia sezione di immagini in formato digitale, un labirinto visivo e sensoriale.
Sino al 4 novembre la fotografia sarà protagonista a Lecce in una dimensione intima e allo stesso tempo internazionale attraverso la sapiente regia del curatore della mostra Peter Bottazzi grazie al quale “il luogo contenitore diventa contenuto”.
Ne “Il tempo sospeso-The suspended time” la solennità delle mura in contrasto con la contemporaneità delle immagini e con la sensazione quasi privata che da esse trapela coinvolgono il visitatore trasportandolo in un tempo perduto, sospeso. Un titolo che lo stesso Laboile ha «trovato molto potente, perché sottolinea che la fotografia ha il potere di influenzare il tempo, di sospenderlo, di allungarlo e di distorcerlo».
Dalle foto di Laboile traspare la gioia vera, reale che esplode mista alla fragilità e alla semplicità degli scatti di famiglia resi immortali. Un’autenticità ormai perduta. Lo spettatore viene riportato indietro nel tempo in una vita piena di gioia e a contatto della natura.
Le immagini esposte fanno parte della raccolta fotografica dal titolo "La Famille" entrata a far parte del "Musée français de la photographie collection". Inizialmente, un tesoro privato, in cui l’artista documenta quasi quotidianamente la vita atipica della sua grande famiglia. Nel dicembre del 2012 il talento di Laboile è stato celebrato dal New York Times . Da allora ha esposto in Giappone, negli Stati Uniti, in Olanda, in Argentina e in Francia. Il grande fotografo americano Jock Sturges lo decreta tra i migliori fotografi viventi. Il suo lavoro fotografico è una testimonianza sociologica del passaggio dei suoi figli e della sua famiglia sulla Terra.
«La mia fotografia trasmette gioia e amore. La natura, gli elementi e gli animali occupano un posto importante. Mostra una vita semplice e felice vissuta da bambini liberi. Nelle mie foto mi concentro -dichiara Alain Laboil- sulla banalità della vita quotidiana, che, se la si osserva con attenzione, nasconde bellezza ed emozione. L’allestimento al Carlo V ha un sapore particolare per via della collaborazione con l’artista, scenografo e designer Peter Bottazzi».