la storia

Anna Rita e l'artigianato solidale: crea pupazzetti in 3D in cambio di libri a bimbi in difficoltà

francesca di tommaso

Nella pagina Fb del suo progetto dalle foto dei disegni dei più piccoli prendono vita nelle sue mani verosimili pupazzi

Anna Rita, che di cognome fa Lisco, nasce a Bari 46 anni fa: un lavoro come contabile, le carezze quotidiane di sogni tranquilli con due figli di 15 e 10 anni. Anna Rita ha l’animo d’artista, la sensibilità di chi si mette a nudo scrivendo poesie, ma cinque anni fa scopre per puro caso, diciamo così, di possedere anche un talento magico: riuscire a trasformare i disegni dei bambini in oggetti reali, in 3D. 

«E’ cominciato tutto nel 2018 – racconta Anna Rita -. Mi aveva incuriosita una corso proposto da un negozio che insegnava a realizzare pupazzetti di panno lenci. Decisi di iscrivermi e scoprii di essere l’unica partecipante: un segno del destino». Il suo primo lavoro fu un dignitosissimo orsacchiotto di stoffa. Il passo successivo furono piccoli lavori «commissionati» dalle mamme dei compagni di scuola dei suoi bambini. «Le mamme mi portavano i disegni dei loro piccoli ed io provavo a realizzarli. La regola numero uno era non tradire lo stile, i colori e le espressioni delle opere degli artisti in erba». E così, i disegni di improbabili omini dalle gambe sottili come fili e teste deformi quanto una palla da baseball si trasformavano nelle mani di Anna Rita in portachiavi uguali uguali a papà oppure a mamma. Così come prendevano vita tra le mani dei più piccini i loro personaggi delle fiabe. Magia pura. «La vera magia era vedere lo sguardo sorpreso e felice negli occhi dei bambini quando gli consegnavo il disegno trasformato… in 3D».

Nel 2019, una tragedia sconvolge la vita di Anna Rita: una gravidanza che si interrompe, la perdita di una bambina, il rischio della vita. Anna Rita sarebbe potuta crollare, avrebbe potuto sprofondare in un dolore senza via di uscita. A salvarla, quando ho attraversato l'inferno, arrivano (anche) i suoi pupazzetti in 3D, strumento concreto per il suo percorso di volontariato. Apre una pagina Facebook, un progetto di solidarietà: «Il filo di Arianna- artigianato solidale di Lar».

«La mia pagina è nata sei anni fa, senza scopo di lucro, ed è dedicata alla mia bambina Arianna - racconta Anna Rita sui social -. Il fine è quello di promuovere la lettura attraverso il dono di libri a bambini che si trovano in contesti di difficoltà, grazie a delle associazioni di volontariato del territorio di Bari, di cui sono socia. Centinaia di libri e altrettanti manufatti di feltro e in acquerello sono stati donati ai bambini degenti in ospedale, in istituti per minori e in famiglie in temporanea difficoltà economica. Il mio amore per i libri, che mi hanno salvato in tante occasioni e insegnato a diventare una persona migliore e l'amore e il ricordo per mia figlia, sono l'energia vitale per questo progetto di solidarietà». 

«Ho cominciato così a dedicarmi a tempo pieno alla realizzazione di questi piccoli lavori che mi riempivano il cuore e soffiavano lenendo un dolore che bruciava tanto – racconta -. Ci tengo a raccontarlo perché risalire quando si sprofonda è possibile». Era tornato il tempo della meraviglia negli occhi dei bambini, della felicità di donare piccole dosi di felicità.

Anna Rita, volontaria delle associazioni Seconda Mamma e di Libri su misura, investe nella sua passione. Il prezzo dei suoi portachiavi e degli altri lavori? I pupazzetti vengono realizzati e il compenso si paga in libri; regalati dall’acquirente e poi consegnati da Anna Rita alle associazioni delle quali è volontaria. «Seconda mamma, per esempio, li inserisce nei box nascita o nella spesa alimentare. Libri su misura entra nelle corsie d’ospedale e li distribuisce ai piccoli pazienti».

«Ricordo ancora quando una classe intera di scuola primaria mi consegnò i disegni di tutti gli alunni: i piccoli disegnarono le loro maestre e chiesero che realizzassi portachiavi per ognuna di loro. Furono giorni di colori su colori, tra donne di età diverse e look da rispettare uno a uno. Però poi la soddisfazione fu grandissima».

La stessa di quando Anna Rita e altri volontari consegnano libri tra corsie d’ospedale: «il sorriso di un bambino quando gli porti un libro è impagabile». E non è finita qui: la piccola grande maga svolta anche dal punto di vista professionale. Decide di tornare a studiare: nel 2024 si laurea in psicologia ed ora è alle prese con il tirocinio per diventare psicologa perinatale, ovvero chi si occupa di quel periodo che inizia prima del concepimento e prosegue lungo i primissimi anni di vita.

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