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Nicola Simonetti
26 Marzo 2018
La colangite biliare primitiva (CBP) è malattia epatica cronica ed autoimmune, che può portare anche a delle gravi complicazioni. Essa colpisce prevalentemente, nove volte su 10, le donne (1 su 1.000 over 40 anni) e, se non trattata, nel 30-40% dei casi, può esigere il trapianto di fegato.
La diagnosi di questa malattia non è complessa ma, spesso, a causa dei scarsa conoscenza della patologia e della eterogeneità dei suoi sintomi (stanchezza, prurito, gonfiore addominale/problemi digestivi, etc.), possono passare anche diversi anni prima di ottenerla.
Oltre 40% dei pazienti attende almeno un anno prima di rivolgersi al medico e, tra la prima visita e la diagnosi esatta passano in media due anni.
“Tra le competenze del medico di medicina generale – dice Ignazio Grattagliano, presidente SIMG Bari - c’è quella di identificare precocemente il paziente portatore della CBP con l’obiettivo di indirizzarlo nel più breve tempo possibile ad una valutazione specialistica corretta. Il secondo passo fondamentale è quello di collaborare con lo specialista nella fase di follow-up della malattia, senza dimenticare che i pazienti portatori di CBP possono essere affetti da comorbidità e che, per questo, essi richiedono un inquadramento generale a 360 gradi”.
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