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SONDAGGIO EUROPEO
Spondilite anchilosante (SA): ne soffrono più di 40.000 persone in Italia
Nicola Simonetti
28 Maggio 2019
Spondilite anchilosante (SA): ne soffrono più di 40.000 persone in Italia. E’ una patologia dolorosa e spesso progressivamente invalidante, causata da un’infiammazione della colonna vertebrale che può determinare danni irreversibili. La patologia colpisce maggiormente i soggetti giovani over 25 anni, di sesso maschile.
Fino al 70% dei pazienti che soffrono della forma severa di SA sviluppa, nel corso di qualche anno, fusione dei corpi vertebrali con significativa riduzione della mobilità della colonna. Depressione, ansia e isolamento ne sono conseguenze, spesso inevitabili. Un percorso diagnostico-terapeutico complicato quello di chi soffre di Spondilite anchilosante con continui rinvii dal medico di medicina generale, all’ortopedico, all’osteopata, al neurologo prima di arrivare dal reumatologo e raggiungere il traguardo di una diagnosi corrispondente alla realtà e ricevere terapia efficace.
Un ritardo, questo che – sono dati del sondaggio EMAS (European Map of Axial Spondyloarthritis) eseguito in 13 Paesi europei, pubblicati sul Current Rheumatology Reports - raggiunge i 7-8 anni e penalizza grandemente il paziente, nel presente e ne condiziona la vita, spesso nettamente, per il futuro. Necessario, quindi, diminuire i tempi di accesso alle cure per il paziente attraverso una stretta collaborazione tra medici di medicina generale, farmacisti e specialisti nella gestione delle patologie croniche e la più ampia divulgazione dei sintomi della patologia Entra nelle farmacie e cresce in Rete la Campagna di sensibilizzazione sulla Spondilite Anchilosante “Sai se hai la SA? Scegli il tuo futuro”, promossa da Novartis.
Secondo il sondaggio, il 74,1% delle persone intervistate ha dichiarato di avere difficoltà a trovare un lavoro a causa della malattia, il 61,5%di aver sofferto di un disagio psicologico, ed uno su tre mifesta ansia e/o depressione. I partecipanti hanno inoltre riferito di temere in particolare la progressione della malattia, la sofferenza o la perdita di mobilità. “I risultati della mappa europea sulle spondilartriti – dice la pugliese Antonella Celano, presidente Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare (APMAR) - offrono un quadro chiaro sullo status della malattia. Non conoscerla, non sapere della sua esistenza, porta a un ritardo nell’inizio del corretto percorso terapeutico che può avere conseguenze importanti e cambiare il corso della vita sociale, familiare, professionale”.
“Noi reumatologi - dice Piercarlo Sarzi, responsabile della Reumatologia dell’ospedale Sacco, Milano - siamo il corretto punto di arrivo di queste persone e purtroppo vediamo ancora molti pazienti che hanno sintomi tipici della malattia da diversi anni, che ne compromettono la qualità di vita. E’ necessario creare cultura attorno alla SA, anche attraverso la collaborazione dei medici di Medicina Generale, velocizzare il percorso diagnostico-terapeutico e ridurre così l’impatto della patologia sulla qualità di vita.
“Quando sono presenti - avverte Sarzi - mal di schiena costante, per più di tre mesi, con dolore particolarmente nelle ore notturne, e/o rigidità mattutina che migliora con il movimento, è bene rivolgersi a un reumatologo. Oggi grazie ai progressi della ricerca scientifica, i pazienti possono beneficiare di farmaci di nuova generazione che sono in grado di inibire efficacemente il processo infiammatorio di questa patologia”. “E’ anche partito, in questo mese di sensibilizzazione sulla SA, il progetto ‘Reumatologo in farmacia’ ulteriore capitolo di informazione della campagna.
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