La scomparsa di Vito Pinto
Lupara bianca nel melfese
quell'incontro di 21 anni fa
Nel giorno della sparizione Domenico Bevilacqua incontrò i Cassotta: poi scomparve anche lui
Fabio Amendolara
05 Settembre 2016

Domenico Bevilacqua s’incontrò con i fratelli Cassotta durante le ricerche di Vito Pinto lo stesso giorno in cui del giovane di Melfi si sono perse le tracce. Qualche tempo dopo scompare anche lui.
La coincidenza è ricostruita nell’ultimo decreto di archiviazione dell’inchiesta sulla scomparsa del giovane di Melfi. Ma i due casi non sono mai stati messi in relazione. Vito è stato ucciso esattamente 21 anni fa, il 29 agosto, all’età di 20 anni. La sua famiglia - che non si è mai rassegnata - non ha ancora una lapide su cui appoggiare un fiore. Perché il suo corpo, con molta probabilità, è stato distrutto. Le inchieste, basate sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, sono finite presto in archivio. Ma è da questo particolare che si può ripartire. Da quell’incontro, mai approfondito, tra i fratelli Cassotta e Bevilacqua. Il caso è finito in archivio perché «non c’erano elementi sufficienti a portare gli indagati a giudizio». Ma l’ultima richiesta di archiviazione contiene il particolare mai approfondito: un incontro a metà strada - tra Rionero e Melfi - tra i fratelli Cassotta che cercavano Vito. Ecco la ricostruzione fatta dalla Procura antimafia - ha coordinato l’inchiesta il procuratore aggiunto Francesco Basentini - nel documento con cui viene chiesta l’archiviazione: «Il giovane Pinto si era incontrato con Gerardo Perretta (testimone) e Marco Ugo Cassotta (un boss, secondo i magistrati, ucciso nella faida del Vulture nel 2007). Tutti e tre - si legge nel documento giudiziario - secondo quanto dichiarato dallo stesso Perretta agli investigatori, erano andati insieme a Rionero. Lì Perretta aveva lasciato Marco Ugo Cassotta nelle vicinanze dell’autolavaggio gestito dai suoi fratelli, mentre Pinto, su sua richiesta, era stato accompagnato al bar Bagatto con l’intesa che dopo mezz’ora doveva essere ripreso e accompagnato nuovamente a Melfi». Spiega il pm: «Perretta all’orario concordato tornò al bar e constatò l’assenza di Pinto». Probabilmente il giovane era già morto. All’epoca gli investigatori sentirono Marco Cassotta che nel primo interrogatorio confermò la versione di Perretta. Convocato di nuovo però ammise di essere stato presente quando Perretta tornò al bar per riprendere Pinto. «Perretta - scrive il pm Basentini - nel corso della nuova escussione evidenzia come unico nuovo particolare quello relativo all’incontro di Massimo Aldo Cassotta che aveva fatto lungo il tragitto di ritorno da Rionero a Melfi. In sostanza, secondo quanto rappresentato da Perretta, lui sarebbe tornato al bar Bagatto per riprendere Pinto. Non avendolo trovato si sarebbe allontanato dal bar per andare all’autolavaggio dove avrebbe preso Marco Cassotta per riaccompagnarlo a Melfi. Proprio lungo il tragitto Perretta e Marco Cassotta avrebbero incontrato Massimo Cassotta e un tale Domenico (che per il pm è Domenico Bevilacqua), che erano sul punto di raggiungere Rionero». Cosa si sono detti i quattro durante quell’incontro? E perché la morte di Bevilacqua - della quale per i giornalisti non ci sono al momento notizie facilmente reperibili - non è mai stata messa in relazione con la scomparsa di Pinto? È da queste domande che potrebbe ripartire l’inchiesta.
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