Una donna di 62 anni
Taranto, muore dopo un'infezione
in ospedale: ora indaga la Procura
La vittima era una dipendente dell'Arsenale: ricoverata all'ospedale Nord dopo aver scoperto la leucemia pochi giorni fa. Sospetto di ritardi nella diagnosi e negligenze durante la degenza
22 Marzo 2018

Nel riquadro, la paziente deceduta
E’ entrata in ospedale per farsi curare la leucemia appena diagnosticata, è morta per una infezione contratta in corsia. La procura di Taranto ha aperto una inchiesta sul decesso di una 62enne dipendente dell’Arsenale, Emilia Amandonico, morta il 19 febbraio nel reparto di Ematologia dell’ospedale Moscati di Taranto a seguito di una infezione che sarebbe stata causata dalla klebsiella, batterio che si contrae in ospedale. Il pm Raffaele Graziano ha delegato le indagini ai Carabinieri del Reparto operativo provinciale cui i familiari della donna – che tra poche settimana avrebbe chiesto il pensionamento anticipato – si sono rivolti per sporgere denuncia.
Secondo quanto si è appreso, Emilia Amandonico – poco meno di un mese - fa si era recata all’ospedale Moscati per chiedere l’esecuzione di un “vetrino” sospettando di avere una forma di leucemia anche sulla base di alcune analisi eseguite per conto suo. Il medico che l’ha visitata, non avrebbe ritenuto fare alcuna indagine e l'avrebbe mandata a casa dopo aver prescritto alcuni farmaci: tuttavia, qualche settimana dopo, a seguito di un peggioramento della situazione e dopo la comparsa di febbre, la donna è tornata in ospedale dove è stata subito ricoverata.
Dopo un primo ciclo di chemioterapia, Emilia Amandonico si sarebbe ripresa salvo poi essere aggredita da una forma di infezione contratta durante la degenza ospedaliera (la klebsiella, come accertato dai sanitari). La morte è avvenuta nel giro di poco più di un giorno nonostante le terapie antibiotiche praticate. L’eventuale indagine della Procura – che ha già disposto il sequestro della cartella clinica nelle prossime ore nominerà un perito medico legale – dovrà stabilire anche eventuali negligenze nelle procedure seguite dal personale sanitario per evitare il rischio di infezioni nei confronti di pazienti con difese immunitarie compromesse o responsabilità nell’accertamento della diagnosi nonché eventuali omissioni durante la degenza. La famiglia della deceduta (lascia marito e tre figli) è assistita dall’avvocato Francesco Paolo Sisto, di Bari.
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