Schema idrico Basento-Bradano
20 anni, miliardi spesi e abbandono
Ecco il progetto dei sogni traditi
12 Marzo 2017

ANTONIO MASSARO
GENZANO DI LUCANIA- Che fine ha fatto il celebrato progetto pilota nell'ambito del più articolato mega schema idrico «Basento-Bradano?».
E' la domanda che si pongono tanti agricoltori della fascia bradanica che intravedevano in questo progetto un promettente avvio del più ampio piano di irrigazione del comprensorio. Piano che nelle intenzioni avrebbe dovuto trasformare le attuali colture estensive in intensive con più raccolti nel corso dell'anno e quindi con innegabili vantaggi a favore della depressa economia locale.
E invece cosa è successo? E' presto detto. Il progetto-pilota in agro di Acerenza e Oppido Lucano all'inizio di 800 ettari, poi portati a 1200, finanziato oltre 20 anni addietro dalla Regione Basilicata con 8 miliardi di vecchie lire, realizzato e perfino collaudato, si trova per usare un eufemismo in stato di quiescenza. Insomma nella formula più giusta abbandono totale per la rabbia degli agricoltori.
Progetto pilota, presentato dall’Ente irrigazione di Puglia e Basilicata, in un convegno a Genzano nel lontano 1998. La struttura: bocchette e contatori per l'irrigazione dei campi, una grande vasca e non per ultima anche l'abitazione per il custode. Il tutto fra le erbacce e degrado, e con tralicci che mostrano segni di decadimento. Un esperimento mai partito, fra le imprecazioni degli agricoltori.
«Una beffa - dicono esasperati - una cattedrale nel deserto. Spreco di denaro pubblico per una struttura che sta lì a marcire».
A rincarare maggiormente la dose è un agricoltore che gestisce la sua azienda in agro di Acerenza in contrada «Macchione». «Siamo alle solite -dice Carlo Baldantoni - sarà colpa della burocrazia, o della politica , fatto sta che da queste parti non decolla nulla. Dirò di più al danno si aggiunge anche la beffa. Dal Consorzio di bonifica arrivano anche le bollette da pagare per il canone irriguo, un servizio mai visto e mai entrato in funzione».
Insomma l'auspicata irrigazione che avrebbe dovrebbe cambiare il volto dell'area non arriva.
Per dirla in breve una copia in piccolo del più grande schema «Basento-Bradano» che ideato circa 40 anni fa, tra mille traversie e denaro speso, può contare fino ad oggi delle dighe di Genzano e Acerenza e delle relative opere adduttrici dal Camastra- Traversa di Trivigno per convogliare le acque del fiume Basento fno ai suddetti invasi.
Al momento mancano le opere di canalizzazione a valle della diga sulla Fiumarella di Genzano, il cosiddetto distretto «G». Ad oggi dopo anni di contenziosi e con le sentenze definitive del Tar e del Consiglio di Stato. l'opera è stata appaltata alla ditta campana D'Agostino Costruzioni per 45 milioni di euro più le spese accessorie. Sarà la volta buona?
Dal Consorzio di bonifica Vulture- Alto Bradano assicurano che entro la fine dell'anno partiranno gli interventi. Si tratta di lavori della durata di due anni e mezzo.
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