toccante testimonianza
Omicidio Sciannimanico
La fidanzata in tribunale
«Ucciso per invidia»
02 Febbraio 2017

L'omicida Roberto Perilli
BARI - «Non pensavamo che una persona potesse arrivare a tanto per l’invidia. Ridevamo di quelle minacce, non credevamo che sarebbe arrivato ad ucciderlo». Sono le parole di Vanessa Basile, la fidanzata dell’agente immobiliare Giuseppe Sciannimanico, 'Beppe' come lo chiama lei, ucciso il 26 ottobre 2015 a Bari. La ragazza, costituita parte civile e rappresentata dall’avvocato Nicola Quaranta, ha testimoniato oggi nel processo che si sta celebrando dinanzi alla Corte di Assise di Bari in cui è imputato per il delitto l’ex collega della vittima Roberto Perilli, difeso dagli avvocati Massimo Roberto Chiusolo e Rosita Petrelli.
Vanessa ha raccontato la loro storia d’amore, «dieci anni insieme», la convivenza degli ultimi mesi, il progetto di sposarsi e l’acquisto di una casa che sarebbe stato formalizzato davanti ad un notaio la settimana dopo l’omicidio. «Ci mandavamo messaggi continuamente» ha detto ai giudici, chiamata a spiegare il contenuto di alcuni sms inviati qualche giorno prima del delitto. Beppe, che sul telefono era memorizzato come 'Happy', "perché lui era un ragazzo felice» ricorda la fidanzata, «mi aveva parlato di alcune minacce ricevute da Perilli, che gli avrebbe fatto passare un guaio perché stava aprendo un’agenzia immobiliare nel suo quartiere, Japigia, ma lui non gli aveva dato peso».
Stando alle indagini della Squadra Mobile, coordinate dal pm Francesco Bretone, Perilli e Luigi Di Gioia (nei cui confronti pende in abbreviato una richiesta di condanna a 30 anni di reclusione) avrebbero attirato la vittima in una trappola fissando un appuntamento per visionare un appartamento e lo avrebbero poi ucciso con due colpi di pistola alla spalla e alla testa. Movente dell’omicidio sarebbe stata proprio l'invidia professionale da parte di Perilli, che avrebbe così deciso di eliminare la concorrenza.
Si tornerà in aula il prossimo 20 febbraio per sentire altri testimoni, colleghi, amici della vittima e il medico legale che ha eseguito l’autopsia.
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